Le opere destabilizzanti di Max Papeschi

Innamorarsi di un’opera di arte è istintivo. O ti colpisce o no. Ma innamorarsi delle opere di Max Papeschi è un’altra cosa. Max, ha cominciato con qualche immagine “photoshoppata” per rappresentare il senso di uno degli spettacoli teatrali che aveva scritto e stava promuovendo. Una gallerista di Milano l’ha contattato e chiesto di esporle.
Così, dal 2008 Max ci presenta le sue opere poco convenzionali: mette insieme i personaggi che popolano la nostra storia collettiva, lì stravolge e lì usa per promuovere “i valori su cui si fonda la nostra società al netto di ipocrisie e menzogne”. Insomma, digital pop art “pensate come delle insegne propagandistiche” in grado di sconvolgere, irritare, scioccare, provocare, intrigare, inquietare e soprattutto invitare a riflettere su quello che succede intorno a noi.