Non è mai facile sedersi e fare delle considerazioni dopo una fiera di settore, sia essa dedicata al design o alla moda, senza risultare ipercritici. Lavorare in questo campo (che tu sia un agente, un buyer o un blogger) ti toglie stagione dopo stagione la freschezza delle “prime volte”, quello stupore autentico nel vedere qualcosa di nuovo e inaspettato. Si dice che nella moda ormai non si inventa nulla, che tutto è già stato visto e che tutto torna, ed in parte è vero. Ma se è così, cosa resta alla fine? Cosa mi spinge a comunicare ogni giorno con voi? L’entusiasmo. Se da questa edizione di Pitti avessero tolto quel (piccolo e sgangherato) padiglione di brand emergenti, sarei di sicuro tornata insoddisfatta. Vi avrei parlato dei grandi brand che hanno paura che gli si copino collezioni che tanto anche loro hanno copiato a qualcuno, di quelli che “se non sei già cliente purtroppo l’azienda non vuole che vedi la collezione” (questa me la dovete davvero spiegare) e ovviamente dei “niente fotografie”. Invece no. Sono contenta del sottobosco di piccoli designer indipendenti, delle start-up appena nate, di quelli col sorriso. E sono fiera di dire che nell’anno della crisi più nera del nero i giovani italiani si rimboccano le maniche e creano. Magari per loro non sempre ci sarà un posto nei negozi più trendy, ma di sicuro ci sarà spazio tra queste pagine.